Che fare quando siamo presi dal vortice dei pensieri negativi e sopraffatti da un insieme di emozioni difficili come la rabbia, la colpa, il rancore, la tristezza?

Viviamo in velocità e ci perdiamo i singoli momenti della vita, dimentichiamo di sentire la
gratitudine per le piccole e grandi cose, dimentichiamo di praticare la gratitudine come stile di
vita, come scelta, come momento in cui fermare la nostra mente e portare la nostra attenzione su
ciò che è dono per noi.
Quando viviamo in velocità, esattamente come quando guidiamo ci perdiamo i dettagli del tragitto
e in più dobbiamo essere in allerta, sempre attenti perché ogni distrazione è pericolosa.
Così quando viviamo in velocità, sempre presi dal fare e dall’organizzare siamo sempre attenti perché
dobbiamo fare, organizzare, tutto deve scorrere secondo un programma perché ogni minuto va
riempito di azione in quanto troppo poco tempo a disposizione.
Ecco che il nostro cervello è settato sulla modalità “risentimento” quando le cose non vanno noi elaboriamo strategie di attacco per spingere la realtà dove diciamo noi.
E poi davanti ai fallimenti, alle avversità non abbiamo “muscoli” per settare il nostro cervello nella
modalità “gratitudine”.

Gli eventi esterni in alcuni momenti sono avversi, urtano contro le nostre aspettative e dopo
qualche tentativo di rimettere a posto le cose ci rendiamo conto che ogni sforzo è vano. Siamo
nell’angolo, ci sentiamo in un vicolo cieco.
E allora vuol dire che in questi momenti ogni sforzo è inutile, gli ostacoli non sono gestibili e i
vincoli sfuggono al nostro controllo.
Scegliere di restare nella modalità “risentimento” significa continuare a sforzarci per convincere le
persone delle nostre ragioni e della bontà delle nostre esigenze, ci sforziamo di cambiare le
circostanze che non aprono opportunità per noi in quel momento.

Bene è tempo di settare il nostro mindset in modalità gratitudine per lasciare la modalità
risentimento.

Praticando l’assenza di difese, lasciare che tutto sia come è, che tutto fluisca come è; è tempo di
lasciare andare la necessità di convincere qualcuno circa la bontà delle nostre intenzioni, è tempo
di mollare la presa.
Tutte le nostre energie vanno rivolte dentro noi stessi, l’unico sforzo consapevole è rivolto verso
quella parte di noi che insiste, che attraverso la rabbia vuole ancora ottenere ciò che non ha.
Quella parte di noi che non vuole lasciare andare quell’idea di relazione o di lavoro nonostante
siano ormai dannosi per noi.
La paura fa da compagna al risentimento e spesso ci imprigiona.
È quella parte di noi che non ci permette di fare un salto nel nuovo, nell’ignoto.
Per qualcuno la modalità risentimento si manifesta con un sentirsi in colpa per non essere riusciti a
forgiare secondo i propri desideri la realtà, penso a noi genitori quando davanti al comportamento
imprevedibile di un figlio ci sentiamo di aver fallito in qualcosa.
Altre volte la modalità risentimento nasce da un senso di inadeguatezza rispetto ad un’immagine
ideale che abbiamo di noi stessi che non contempla fragilità e debolezze e per questo spingiamo
affinchè tutto vada secondo nostre aspettative per dimostrare che siamo persone buone, utili per
il mondo.

Per entrare nella modalità gratitudine abbiamo bisogno di “calore emotivo”, abbiamo bisogno di dinamizzare il corpo riscaldandolo con emozioni positive come l’amore e una delle più belle
sfumature dell’amore è la gratitudine.

Un senso di gratitudine è un’esperienza potente e positiva che può promuovere una vita più felice,
mentre il risentimento è associato all’insoddisfazione per la vita.
Per esplorare gli effetti della gratitudine e del risentimento sul benessere mentale, un gruppo di
studiosi ha acquisito la risonanza magnetica funzionale e li ha correlati con i dati sulla frequenza
cardiaca, HR (heart rate) prima, durante e dopo gli interventi di gratitudine e risentimento.
Dopo l’esperienza di gratitudine si è notato un netto miglioramento della frequenza cardiaca e un
effetto modulatore positivo sui livelli di ansia e di depressione, che deriva dallo stato di riposo
della connessione tra l’amigdala (sede delle emozioni come la paura e la rabbia) e il nostro lobo
prefrontale destro sede del pensiero strategico orientato all’attacco o alla fuga.

Il contrario accade dopo un’esperienza di risentimento.
La modalità gratitudine ha effetti positivi sul benessere emotivo, mentale e corporeo di un
individuo.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5506019/

Indurre uno stato di gratitudine è possibile se smettiamo di vivere la vita dove tutto è scontato.
Possiamo praticare la meditazione “metta” .
La gratitudine è il perno di ogni tradizione spirituale e religiosa ma possiamo meditare ogni giorno semplicemente rallentando il ritmo con cui “viviamo” il tempo della nostra giornata.
Se ogni giorno, per qualche minuto al mattino o alla sera, rivolgi lo sguardo dentro di te per accoglierti in quel momento con gentile amorevolezza, senza valutare la situazione e le persone che ti creano ansia o rabbia come buone o cattive, giuste o sbagliate allora ti porti verso la modalità di funzionamento basata sulla gratitudine ed esci dalla modalità di funzionamento basata sul risentimento.