Cosa vogliono le aziende dai futuri collaboratori?

Vecchie e nuove culture organizzative si avvicendano nello scenario lavorativo. Molte aziende cercano collaboratori entusiasti, “proattivi”,  motivati e in grado di assumersi la responsabilità….  e fin qui nulla di straordinario.

Ma quante aziende, pur cercando collabofoto seminarioratori proattivi, sono organizzate e gestite in base ad assiomi culturali che risalgono al modello gerarchico dove tutta l’attenzione,  nella gestione delle persone, è focalizzata sullo svolgimento del compito? I collaboratori in questi casi sono lasciati soli nella capacità di soddisfare le “aspettative non dette, ma pretese” dalla direzione aziendale. Dichiarare di voler inserire, nel  proprio organico, collaboratori motivati, competenti e responsabili è solo il primo passo di un lungo viaggio. La gestione delle persone deve essere focalizzata sul fornire metodo di lavoro (capacità di problem solving strutturata, capacità organizzative e di comunicazione basate su tecniche e non sul carattere della persona) e strumenti di gestione dei processi di lavoro (mppatura delle competenze, flow chart di processo, sistemi di valutazione delle performance, ecc). tramite i quali avere idea del valore generato nello svolgimento delle attività. In questo modo le aziende possono dichiarare consapevolmente le aspettative motivazionali e comportamentali rispetto ai collaboratori e, allo stesso tempo, supportarli a trasformarle in realtà lavorativa.

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