Questi quattro articoli ci condurranno in un viaggio alla scoperta del nostro carattere di base. Ognuno di noi appartiene prevalentemente ad uno di questi caratteri con sfumature che rievocano almeno uno degli altri due caratteri.
Appartenere ad un carattere ci serve per comprendere quando attraversiamo momenti di ansia e di angoscia quali sono le parti di noi che rinneghiamo. il nostro obiettivo nella vita non è quello di cambiare il nostro carattere, ma passare da una modalità caratteriale primitiva e automatica ad un modo di funzionare attraverso un carattere evoluto cioè che adatto a seconda delle situazioni valorizzando i punti di forza del proprio carattere sapendo godere di quelli dell’altro carattere nella relazione
Quindi ora una sintesi di tutti e tre i caratteri.
“I caratteri centrati sul PENSIERO o evitanti… sono una tipologia in cui il bisogno centrale è quello di stare a distanza di sicurezza dall’oggetto d’amore, di dipendere il meno possibile, per non cadere in situazioni emotivamente troppo acute per poterle gestire… Il tipo di attenzione che richiedono nei rapporti con figure parentali non è quello passionale ma piuttosto un’attenzione a distanza che veda e confermi la loro esistenza nella diffidenza
… i caratteri centrati sull’AZIONE tendono a concepire la vita come un’azione continua: tutto si risolve in un qualche tipo di fare (o di non fare) e si evitano le paludi che pensiero e sentimento potrebbero provocare. L’azione produce potere, da quello militare a quello assistenziale, e i caratteri centrati sull’azione sono inevitabilmente legati al tema del potere… Il tipo di attenzione che questi caratteri richiedono è quella da compagni (di avventure): l’interlocutore è preferibilmente qualcuno con cui ‘fare’ insieme.
… i caratteri centrati sul SENTIMENTO vedono l’amore dell’altro come la cosa essenziale (ecco, sto dicendo questo e quest’altro: ma in sostanza, vuol dire che mi vuole bene o no?).
Il tipo di attenzione che richiedono è quello che si ha verso l’oggetto d’amore. Tendono a valorizzare moltissimo l’amore dell’altro, come se l’altro fosse una persona speciale, dotata di un potere speciale (l’amore appunto) capace di riempire loro la vita…
Queste differenziazioni provengono dall’osservazione diretta degli esseri umani, e da un punto di vista rigorosamente epistemologico possono riuscire difficilmente dimostrabili: la conoscenza empirica ha d’altra parte la sua specifica attendibilità e come tale può essere presa in considerazione.”
Paolo Quattrini: fenomenologia dell’esperienza, Milano, 2007, pp. 248-9