I caratteri centrati sul PENSIERO o evitanti… sono una tipologia in cui il bisogno centrale è quello di stare a distanza di sicurezza dall’oggetto d’amore, di dipendere il meno possibile, per non cadere in situazioni emotivamente troppo acute per poterle gestire… Il tipo di attenzione che richiedono nei rapporti con figure parentali non è quello passionale ma piuttosto un’attenzione a distanza che veda e confermi la loro esistenza.
I caratteri di Pensiero hanno reagito con diffidenza alla separazione dalla madre, infatti in seguito sviluppano uno stile di attaccamento evitante (Strange Situatuion, Ainsworth e colleghi nel 1978), nelle relazioni oggettuali prediligono alla passionalità, “l’essere visti” dall’altro mantenendo sempre la giusta distanza, infatti il tono emotivo di base è la paura. (Quattrini, 2007). Lo stile di attaccamento indica la qualità affettiva del legame che si instaura tra bambino e figure di accudimento. Nello stile di attaccamento evitante la qualità relazionale è basata sulla sulla “sfiducia” per cui tendono a vedere gli altri come non disponibili o punitivi (Bowlby, 1973; Mikulincer & Shaver, 2005), questo stile porta a privarsi dell’importanza della relazione o ad evitare l’intimità emotiva (Mikuliner & Shaver, 2005). Non fidandosi completamente usano il pensiero per distaccarsi dagli altri, per avere un loro rifugio, non temono quindi la solitudine, si perdono nei loro pensieri, i loro occhi sembrano più rivolti ad osservare il loro mondo interiore piuttosto ciò che sta fuori. (Danesi Elena, 2009).
Presentano quindi una distanza emozionale e affettiva che li rende ermetici a ogni forma di intimità, di prossimità e quindi di vera relazione. Si costruiscono in modo tale da non dover mai chiedere niente a nessuno sul piano affettivo. Ogni relazione affettiva è evitata con cura o disinvestita.
Corrispondono ai caratteri centrati sull’indipendenza descritti da Karen Horney (1971).
Questo stile di attaccamento si manifesta attraverso una serie di caratteristiche che possono essere più o meno marcate a seconda della persona.
- Evitamento della vicinanza e dell’intimità
- Ambivalenza e sbalzi di umore
- Non ama dipendere dagli altri
- Mancanza di emozioni o minimizzazione dell’esperienza emotiva
- Difficoltà ad aprirsi a parlare della propria sfera intima
- Falso sé
- Illusione di autosufficienza
- Spesso sono disturbati da paure irrazionali
La persona evitante si difende dall’ansia attuando, inconsapevolmente, differenti strategie:
- Annullano spesso gli appuntamenti
- Non sono pronti per impegnarsi nella relazione
- Idealizzano una relazione passata oppure si rinchiudono nella relazione materna
- Hanno molti partners contemporaneamente
- Scelgono un compagno non disponibile (ad esempio una persona sposata)
- Si concentrano sui difetti del suo partner
- Non parlano mai di sentimenti e di emozioni
- Tentano di controllare tutto e tutti
I caratteri evitanti, come tutti i caratteri, sono comunque invasi dall’ansia e dall’angoscia. Non avendo dimestichezza emotiva si orientano nel mondo solo con la logica mentale che non è sufficiente a cogliere tutta la complessità della realtà, fanno fatica a ricevere consolazione tanto quanto a consolarsi, sono spesso attraversati da emozioni come colpa e vergogna e rancore. Per recuperare una parte della dimensione emotiva è utile ascoltare e dare un senso ai sintomi, ai pensieri invasivi e “irrazionali”, segnali che arrivano dal corpo, ai bisogni e alle emozioni soffocati sotto un falso sé, sotto la maschera del “non ho bisogno di nessuno.