I caratteri centrati sul SENTIMENTO o di relazione vedono l’amore dell’altro come la cosa essenziale (ecco, sto dicendo questo e quest’altro: ma in sostanza, vuol dire che mi vuole bene o no?).

Il tipo di attenzione che richiedono è quello che si ha verso l’oggetto d’amore. Tendono a valorizzare moltissimo l’amore dell’altro, come se l’altro fosse una persona speciale, dotata di un potere speciale (l’amore appunto) capace di riempire loro la vita…

Queste differenziazioni provengono dall’osservazione diretta degli esseri umani, e da un punto di vista rigorosamente epistemologico possono riuscire difficilmente dimostrabili: la conoscenza empirica ha d’altra parte la sua specifica attendibilità e come tale può essere presa in considerazione.” Paolo Quattrini: fenomenologia dell’esperienza, Milano, 2007, pp. 248-9

Essi hanno reagito al trauma della nascita con Risentimento, un moto di odio-amore verso la madre che non soddisfa più il desiderio originario di simbiosi. Di conseguenza hanno sviluppato uno stile di attaccamento ambivalente (la qualità affettiva del legame affettivo vissuto con coloro che si sono presi cura sin dall’infanzia)  e nelle relazioni sono alla ricerca di quell’unione idilliaca che hanno perduto idealizzando l’altro. La ricerca dell’amore è il fulcro della loro vita, la loro felicità è nell’essere amati dagli altri.

Corrispondono ai caratteri centrati sull’amore descritti da Karen Horney (1971) (Quattrini, 2007)

In questo tipo di carattere il forte desiderio di intimità umana e di appartenenza appare come il bisogno che domina su tutti gli altri (è un bisogno predominante perché abbassa l’ansia) e sotto la spinta del quale prendono forma comportamenti, sentimenti e azioni.

Il carattere di sentimento manifesta questo bisogno in varie forme:

  • bisogno di essere accolto, desiderato, amato, accettato;
  • bisogno di sentirsi approvato, apprezzato, di sentirsi necessario, importante, specie per una particolare persona;
  • bisogno di essere aiutato, protetto, curato, guidato.

Con questo sistema di bisogni egli va verso la gente, fiducioso e speranzoso di trovare accoglienza, sopravvalutando molto spesso la comunanza di interessi con chi gli sta vicino, piuttosto che marcando le differenze.

Alla base di questa inclinazione relazionale, c’è il tentativo di confinare e controllare elementi e situazioni percepiti da sempre come aggressivi e potenzialmente minacciosi: le persone più aggressive, e quindi terrorizzanti, sono quelle il cui l’“affetto” diventa più necessario e la minaccia è il rischio di perdere e di essere abbandonato o rifiutato  proprio dalle persone più importanti

Divenendo sensibile ai bisogni altrui, in special modo a quelli che gli permettono di rimanere in contatto con le persone (meno ai bisogni altrui di solitudine, autonomia etc.), il tipo conciliante costruisce le basi per assicurarsi legami pacifici.

Egli cerca automaticamente di vivere sulle aspettative degli altri o su quelle che crede siano le loro aspettative, spesso fino a perdere il contatto con i propri sentimenti. Si sacrifica, non esige, fatta eccezione per il suo sconfinato desiderio di affetto. Il carattere di sentimento sembra guardare le persone attraverso lenti particolari che le mostrano tutte simpatiche, leali, potenzialmente piacevoli: questa illusione provoca brucianti delusioni e aumenta la sua generale insicurezza.

Il carattere di sentimento sviluppa dipendenza dagli altri. È così pervaso da sentimenti di fragilità e di vulnerabilità. In funzione di bisogni più profondi di protezione e rassicurazione, invitano a farsi sottomettere e sfruttare. Inoltre quando il carattere di sentimento tenta di occuparsi in prima persona dei suoi bisogni è pervaso da forte paura, da senso di colpa e vergogna.

La dipendenza dagli altri alimenta la posizione, reale e percepita, di vulnerabilità, con la conseguenza di sentirsi trascurati, respinti e umiliati ogni volta che la gran quantità di affetto o approvazione richiesta non viene ottenuta.

L’amore sembra essere l’unico scopo per cui valga la pena di lottare e di vivere. Tutti gli sforzi inconsci di controllare le dinamiche aggressive non impediscono però ai bisogni repressi di operare e di affermarsi. Dunque, la persona sarà esigente “perché è tanto infelice”, o dominerà in segreto sotto il paravento dell’ “amore”. L’aggressività repressa accumulata da luogo ad esplosioni più o meno veementi, fino a veri e propri scoppi di rabbia. Il carattere di  sentimento è portato quindi a trasferire i suoi conflitti personali nel rapporto, e perciò a distruggerlo, non rendendosi conto che ciò che esige dagli altri è eccessivo ed egocentrico.