L’agire senza sforzo e la cura dell’ansia [seconda parte]

Nel momento che riusciamo ad accogliere quella persona o situazione così come è in quel momento, si verificherà una trasformazione nella nostra esperienza in quel momento. Viviamo una trasformazione interiore, sentiamo che il nostro benessere noi dipende dagli accadimenti esterni, ma da noi stessi.

Come si fa ad accettare le circostanze per quello che sono?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo rispondere prima ad un’altra domanda.
A cosa ci serve vivere una vita da buldozer?
Una vita in cui preferiamo arrabbiarci, lamentarci quando qualcosa non va secondo le nostre aspettative?

La risposta è che per alcuni di noi questo atteggiamento di rifiuto della realtà, di opposizione a ciò che accade significa mantenere l’illusione del proprio potere, del proprio dominio sul mondo evitando posizioni di “vulnerabilità”.
Per altri mantenere inalterata l’illusione sul controllo circa il futuro evitando condizioni di incertezza che creano “disorientamento e confusione mentale”.
Per altri ancora rifiutare la reazione di una persona significa mantenere l’illusione di essere speciali, unici ai suoi occhi o agli occhi di molti evitando condizioni di “vuoto interiore”.

Vulnerabilità, disorientamento e confusione, solitudine e vuoto interiore sono stati d’animo che hanno il potere di frantumare il senso della nostra identità provocando forti angosce.
Quando siamo frammentati vuol dire che il nostro “teatro interiore”, l’insieme delle nostre voci interiori cominciano a litigare fra di loro e quella che alza di più la voce vincerà sulle altre.

Chi teme la vulnerabilità in genere in condizioni di impotenza deve vivere il rimprovero di quella voce interiore che inveisce giudizi negativi del tipo “non sei come tuo padre”, “te l’avevo detto io”, “sei un perdente”.
La voce di chi teme la perdita del controllo è molto probabile che sia “ora tutto è perduto”, “ora è una catastrofe”, “ora muori”. La voce di chi teme la perdita della relazione con gli altri è “nessuno ti ama”, “ecco sei inferiore”, “sei tu che non sei amabile”, “sei tu che rovini tutto”, “è colpa tua”.
Queste voci evocano emozioni difficili come la vergogna, il terrore e la colpa.

Ecco che per accettare le cose come si presentano al momento presente significa addolcire il dialogo interiore, tra le varie istanze, proprio come fa una madre che guarda il figlio mentre dorme con occhi amorevoli, una madre che prende il figlio per mano e lo accompagna amorevolmente alla scoperta della vita pronta ad accettarlo così come è anche quando non corrisponde alle sue aspettative, pronta a rassicurarlo circa le sue potenzialità quando il futuro è incerto, pronta a consolarlo ricordandogli che è stella preziosa nell’universo ogni volta che cade e resta solo.

Adesso, con un teatro interiore dove agisce la voce amorevole della nostra consapevolezza, siamo pronti ad accogliere le cose per quelle che sono orientandoci verso i nostri obiettivi con gioia e leggerezza.

Psicoterapia del Benessere

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