L’agire senza sforzo e la cura dell’ansia [prima parte]

La realtà non è quello che ci accade, ma ciò che facciamo con quello che ci accade. 
Aldous Huxley

Non siamo ansiosi solo perché abbiamo tante cose da fare e tante sfide da affrontare come arrivare puntuali al lavoro, terminare le attività nei tempi, raggiungere gli obiettivi, organizzare figli durante tutto l’arco della giornata, e tanto altro.

L’ansia è frutto dell’atteggiamento mentale con cui affrontiamo la vita e gli accadimenti di ogni giorno.
L’ansia è uno stato costante di allerta, ci segnala che siamo in presenza di una minaccia, “un pericolo è nell’aria”.
È uno stato costante di tensione psicofisica, la mente è proiettata verso il futuro al fine di prevedere tutti i possibili scenari a cui far fronte e il corpo è teso, rigido pronto ad agire, a fare qualunque cosa per eliminare tutti i potenziali ostacoli previsti dalla mente.
Questo accade ogni momento del giorno e della notte.

Tale atteggiamento mentale è frutto di interiorizzazioni di stili di vita familiari, in realtà viviamo in una cultura che ci ha insegnato che se vogliamo qualcosa “dobbiamo combattere”, la vita “è duro impegno”, “i risultati si ottengono con i sacrifici”.
Dunque l’espressione “senza sforzo” significa “non impegnarsi”, “non tenerci ai propri obiettivi”, “prendersi del tempo per sé”, “lavorare di meno”, “essere pigri”.

La maggior parte delle persone vive in uno stato di “non accettazione” degli accadimenti quotidiani. Questa non accettazione, poiché la maggior parte delle volte è portata avanti nel tempo, porta ad uno spreco di energie.

In realtà per curare l’ansia cronica, quella che fa male al nostro benessere psicofisico occorre sviluppare l’atteggiamento mentale del “senza sforzo”.

La Vita va vissuta e non combattuta. Tendiamo a vivere di aspettative, a lamentarci quando le cose non vanno come ci saremmo aspettati, opponiamo resistenza nei confronti di ciò che non volevamo accadesse in quel momento della nostra giornata così come nella nostra vita e facciamo di tutto per cambiare le cose, spianare il percorso che avevamo tracciato.
Il nostro atteggiamento mentale è quello di un buldozer che rade al suolo tutto ciò che incontra.
Certo molto di quello che incontriamo lo modifichiamo ma ad un prezzo elevatissimo, uno stress psicofisico costante. E poi arriva ciò che non possiamo cambiare, la reazione di una persona, una combinazione di eventi che per un po’ ci fa deviare dal percorso, un nostro stesso stato d’animo che non ci permette di essere performanti.
E a quel punto continuiamo imperterriti a spingere contro quell’ostacolo anche quando abbiamo capito che non è modificabile, intanto perché si è già verificato, eppure continuiamo a lamentarci, imprecare, ci arrabbiamo.

Accogliere un evento così come è in questo momento non significa subirlo passivamente.
Semmai, accettando una situazione o una persona, limitiamo il dispendio di energie che si verificherebbe qualora, invece, decidessimo di lottarci contro. Solo accettando ciò che è, possiamo sperare di cambiare una situazione, trasformandola magari a nostro vantaggio.

Alcuni eventi non si possono cambiare, altri, invece, sì. In ogni caso, occorre saper accogliere quello che accade senza opporre resistenza e darci il tempo di scegliere l’approccio migliore per attraversare quello che c’è.
Intanto perché ogni persona o situazione diversa dalle nostre aspettative crea esperienza attraverso la quale ampliamo il nostro grado di consapevolezza e, all’interno dello stesso arco temporale, liberiamo spazio mentale per risolvere in modo creativo quello che ci sta accadendo.

Nel Prossimo articolo vediamo come apprendere l’arte di accettare quello che accade al momento presente.

 

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L’ agire senza sforzo e la cura dell’ansia [seconda parte]
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