Lavorare in sicurezza e guadagnare di più. Come?

Lo Psicologo del lavoro, in team con le altre figure professionali responsabili della Salute e Sicurezza sul lavoro, progetta e realizza interventi finalizzati a formare le persone affinché lavorino in sicurezza. 

Questo comporta per l’azienda importanti vantaggi economici:

  • contenimento del premio INAIL
  • riduzione dei costi del lavoro per assenze dal lavoro dovuto ad infortuni durante lo svolgimento del proprio lavoro
  • riduzione dei costi del lavoro per assenze dal lavoro dovuto ad infortuni occorsi durante gli spostamenti fisici in azienda: caduta dagli scalini, scivolamenti, ecc
  • riduzione costi per errori di produzione conseguenti l’infortunio
  • abbattimento dei costi per cattivo utilizzo del DPI individuali o gestione DPC
  • aumento della qualità della produzione
  • riduzione costi per mancata produzione o interruzione delle attività lavorative

Lo psicologo della sicurezza in azienda oltre agli interventi relativi alla valutazione del rischio stress lavoro – correlato progetta e realizza progetti formativi  che hanno ricadute positive in termini di aumento di benessere organizzativo, riduzione degli gli infortuni sul lavoro e dei near mis.

Cosa si intende per comportamenti in sicurezza?

Il punto di partenza di chi si occupa di sicurezza sul posto di lavoro  è quello  di chiedersi come mai i lavoratori percepiscano e le procedure relative alla Sicurezza sul posto di lavoro, l’utilizzo corretto dei DPI e DPC come strumenti e procedure che limitano il loro lavoro quotidiano, riducono la performance e producono fastidio. Eppure sono strumenti e procedure il cui scopo è salvare la vita, permettere alle persone di soffrire di meno. E’ un paradosso. Come mai?

I costrutti psicologici che aiutano a capire il fenomeno e a gestirlo sono due:  “dissonanza cognitiva”  (Festinger 1953) e “locus of control” (Rotter, 1966)

Quando una persona è abituata ad agire un certo comportamento che trova comodo o piacevole, nel momento in cui dall’esterno arrivano informazioni che disconfermano tale comportamento, essa vive un conflitto cognitivo. Per esempio ci sono (sempre meno per fortuna) persone che trovano comodo non allacciare  la cintura di sicurezza durante la guida. Nel momento in cui qualcuno racconta che questo aumenta la probabilità di subire un infortunio anche in caso di piccolo incidente,  si forma un conflitto cognitivo nella persona del tipo “faccio qualcosa che va contro la mia vita”.  Gli individui risolvono il conflitto recuperando esperienze personali  o informazioni  adatte a disconfermare gli input spiacevoli.  Nel caso del mancato aggancio della cintura di sicurezza la persona potrebbe ripescare informazioni più o meno scientifiche che giustificano il suo comportamento. In questo caso l’individuo potrebbe recuperare tutte le informazioni in grado di confutare le stastiche: “ho saputo che tizio che ha fatto quell’incidente ha avuto gravi problemi proprio per via della cintura allacciata”.

Il locus of control spiega perché i lavoratori siano spesso fortemente convinti che o il caso o la fortuna sono in grado di determinare il corso della loro esistenza. “Se qualcosa doveva accadere, che accada, indipendentemente dall’utilizzo degli accorgimenti tecnici e comportamentali da adottare.”

La resistenza alla gestione dei comportamenti in sicurezza è spesso avvalorata dall’idea che rispettare le regole, le procedure era solo una “fatica in più che toglieva tempo al lavoro da svolgere”.

Come fare per aggirare queste difese?

Partecipa gratuitamente al Webinar “Comportamenti in Sicurezza: un vantaggio competitivo per le aziende” 7 marzo – 15.30 – 17.00

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Psicoterapia del Benessere

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