Ora che è passato il tempo delle corse per comprare regali, acquistare il necessario per il cenone o prenotare una vacanza, ora che abbiamo vissuto l’esperienza del Natale…possiamo riflettere sull’esperienza.
Riflettere da reflectere volgere indietro lo sguardo.
La nascita di Gesù è proprio come dice la fisica la riflessione consiste nel rinviare, da parte di una superficie, un flusso di energia che la colpisce.

Natale narra della nascita di Gesù: un bambino concepito nel mistero, che si mette in viaggio già nel grembo della madre, nasce nonostante le condizioni esterne poco accoglienti, un bambino accolto nel mondo da persone semplici, mentre i potenti non si accorgono di lui o addirittura lo vorrebbero morto, i tre re magi che avevano grande competenza nella disciplina dell’astrologia. Essi infatti  cioè sapendo leggere i segni del cielo non facilmente visibili ai non esperti, seguirono “astron” che tradotto significa stella o evento del cielo, per portare i doni a Gesù.

Considerato dal punto di vista della coscienza, si tratta di un contenuto apparentemente insignificante che non si supporrebbe portatore di soluzione o addirittura salvezza. La coscienza è completamente presa dalla propria situazione di conflitto e le forze che in questa si combattono le sembrano così potenti che il contenuto “fanciullo” apparso isolatamente non possa essere in proporzione con i fattori della coscienza.” (C.G. Jung Libro Rosso)  Fare esperienza del Gesù Bambino è la capacità di cogliere dentro di noi quello slancio alla vita, quell’impulso della nostra consapevolezza che si esprime attraverso pensieri, emozioni ed azioni che ci orientano nella vita, nonostante tutto!

Il fanciullo divino è il fare esperienza della nostra intuizione e della nostra creatività che ci permette da dare valore a ciò che è essenziale nella vita, cioè a tutto ciò che c’è, così come è non per rassegnarci ma per lasciare andare fardelli inutili e volgere lo sguardo verso il nostro potenziale interiore come forza e inno alla vita. La fiducia nella nostra possibilità di diventare ciò che siamo, di seguire il nostro potenziale di autorealizzazione.

Diventare ciò che siamo significa lasciarci liberi dai rimpianti, rancori e rimorsi che ci legano al passato. Lasciarci liberi da aspettative (pretese) con cui vogliamo impostare lo svolgimento delle situazioni. Rimpiangiamo cose non dette o non fatte, ci arrabbiamo per cose o risposte che non otteniamo dagli altri e restiamo imprigionati in una rete mortale che uccide la nostra fiducia, ci priva del coraggio di credere e ci schiaccia sotto il peso della paura.

Eppure autorealizzazione è imparare a “danzare” con gli accadimenti della vita senza restare succubi della paura e della rabbia che si sviluppa quando le nostre aspettative non si realizzano e senza attivare la tentazione di guidare noi gli eventi cercando di realizzare a tutti i costi le nostre aspettative.

Ci sono forze e situazioni più grandi di noi e ce ne rendiamo conto perché dopo i primi tentativi di cambiare le cose nulla cambia o forse addirittura le cose peggiorano.

nataleEcco quando ci troviamo in condizioni del genere abbiamo bisogno del fanciullo divino che abita in noi. Quando nasce il fanciullo divino dentro di noi ce ne rendiamo conto perchè nel corpo emerge un senso di gioia, benessere, forza e coraggio mai avuto prima e nonostante la situazione sia ancora difficile noi siamo “felici”.

Il fanciullo divino ci dice che ci sono pastori, persone semplici che ci vogliono bene, ci sono “animali” come istinti orientati alla vita che assolvono al loro compito di cura senza chiedersi perché, ci sono i “magi” esperti di astronomia, cioè di dinamiche universali che esprimono il potenziale dell’essere umano in quanto tale.  Ci sono forme di ricchezza interiore di gran lunga più potenti del potere personale, del prestigio o della ricchezza.

Ecco che quando sorge il fanciullo divino ce ne accorgiamo perché siamo in grado di alzare lo sguardo, a credere nei nostri valori, nei nostri desideri e nei nostri sogni anche se tutto ciò ancora non si vede perché siamo nelle difficoltà. Ci sono impulsi alla vita che ci spingono a credere nonostante tutto alla nostra natura divina!

Per fare concepire e far nascere il fanciullo divino abbiamo la necessità di ascoltarci quando siamo nelle avversità senza giudicarci, cogliere quel senso di gratitudine che ci collega alla bellezza di chi ci sta accanto capace di amarci così come siamo e “combatte” accanto a noi.

Per far nascere il fanciullo divino possiamo di lasciarci amare da chi ci vuole bene incondizionatamente. Per far nascere il fanciullo divino possiamo decidere di amare altrettanto incondizionatamente anche se non dovessimo essere corrisposti. Per far nascere il fanciullo divino possiamo scegliere di intraprendere il viaggio del perdono di noi stessi quando abbiamo tradito il nostro talento e la strada del perdono degli altri quando nella loro miseria hanno tradito la nostra fiducia.

E che dire del tempo dell’attesa, del periodo di avvento o del fare esperienza della novena? Nove giorni in attesa della nascita che alcuni sacerdoti grazie alla loro umanità guidano toccando le corde del cuore e dello spirito.
Il concepimento è avvolto nel mistero, come è avvolta nel mistero la nostra capacità di andare oltre l’evidenza, di sentire l’anima come esperienza della voce interiore che ti soffia che nella vita c’è altro oltre a ciò che vedi come morte, distruzione, non corrispondenza.
Mentre siamo ancora immersi nella disperazione dentro di noi impulsi alla vita si stanno organizzando a nostra insaputa.

Il mio pensiero va ai giovani, ragazzi e ragazze iraniani, che muoiono per la libertà da, va al popolo ucraino che combatte per la libertà, il mio pensiero va a tutti coloro che stanno cercando la strada per far nascere il proprio fanciullo divino.