Il viaggio dell’anima è un viaggio nella nostra interiorità.
Dante ci dice che in questo viaggio possiamo sperimentale tre tipologie di atteggiamento, tre approcci diversi con cui interagire con quello che succede dentro e fuori di noi!
Le tre cantiche Inferno Purgatorio e Paradiso sono dunque metafora di tre diversi modi di essere al mondo, tre diversi modi di funzionare.
Dai diversi tipi di atteggiamento che ci proponiamo di attraversare dipende il grado di benessere emotivo, corporeo e mentale di cui riusciamo a godere.
Anche nel nostro linguaggio comune utilizziamo espressioni “giornata infernale” per dire che abbiamo vissuto un giorno di tensione, nervosismo.
Oppure usiamo l’espressione “quel posto è un paradiso” per dire che ci siamo trovati in un giardino bellissimo e abbiamo goduto di “un’esperienza positiva”.
È un viaggio attraverso tre differenti esperienze emotive corporee e mentali che compiamo nella nostra vita anche più volte e ogni volta ampliamo il grado di conoscenza di noi stessi.
Dante ci guida nel comprendere l’atteggiamento migliore che ci consente l’ingresso in una condizione di “beatitudine” come quella che lui sperimenta quando si trova in paradiso.
Attraversare il purgatorio è fare esperienza di “allenamento” della nostra capacità di scegliere di prenderci cura delle nostre fragilità invece che scegliere di reiterare comportamenti compulsivi.
L’esperienza dell’inferno è difficile, il vissuto è quello di sentirsi dannati.
Ma proprio quando siamo catturati dalla rabbia e dal risentimento, quando siamo presi dal vedere solo noi stessi e non ci curiamo degli altri, quando vendiamo “l’anima” al diavolo pur di accaparrare successo e siamo completamente identificati con il nostro “IO”, Dante ci suggerisce di osservare che questo atteggiamento non acquieta affatto la sofferenza che resta immane, stancante e senza fine.
Il potere, la ricchezza, il successo sono idoli che fomentano l’ansia, la paura, e la rabbia.