Leadership e benessere psicologico!
La caratteristica dei leader che godono di uno stato di benessere è l’approccio positivo alla vita e al lavoro. Essi esprimono con naturalezza la capacità di coinvolgere le persone per arrivare al traguardo tutti insieme. I leader che vivono una condizione di benessere psicofisico valutano in modo eccellente la realtà che li circonda senza perdere la creatività dei loro sogni. I leader che soddisfano il bisogno di auto-realizzazione funzionano meglio nella vita e creano relazioni positive con i collaboratori e clienti perché si danno il permesso di sognare, decidono i percorsi da intraprendere, scelgono le azioni da compiere, amano le persone con cui lavorano.
Non tutte le leadership sono positive. Lo stato di nervosismo del leader, e in generale il suo stato di malessere intacca la relazione con il suo gruppo.
In che modo si possono perseguire condizioni di benessere psicologico?
Lavorare sulla consapevolezza di sé durante i percorsi di leadership coaching significa partire dall’esperienza vissuta e da lì iniziare il viaggio verso la scoperta delle proprie risorse emotive. Il motore dell’essere umano sono le emozioni, esse sono il carburante della vita. Se il leader, in alcuni momenti della sua vita, non si rende conto di essere intrappolato in un blocco emotivo allora può scivolare verso l’inaridimento delle sue energie. Aumenta il nervosismo, aumenta la critica verso gli altri, l’intolleranza verso atteggiamenti e proposte diverse da quelle che lui stesso vorrebbe. In questi casi il percorso di autorealizzazione è carico di tensione, sfiducia, eccesso di controllo e pretesa verso gli altri.
Durante i colloqui, insieme al coachee, si ripercorrono gli schemi emotivi così come si manifestano nelle situazioni di vita. Integrare le emozioni e i pensieri-sfondo che lo schema emotivo propone come atteggiamento è fondamentale per rintracciare l’utilità che lo schema riveste per il coachee. Ciascun essere umano sviluppa un approccio alla vita solo se è utile per la sua “sopravvivenza”. Lo schema emotivo si sviluppa nelle persone perché garantisce la sopravvivenza facendo evitare i rischi che deriverebbero dal trovarsi in situazioni “immaginate” come rischiose, come se fossero un pericolo per la propria integrità fisica e psicologica. In questo modo però quando il leader è completamente immerso nel suo schema emotivo evita di agire comportamenti diversi dal suo solito, evita di vedere e sentire situazioni ed emozioni diverse dalle sue. E’ difficile gestire una perdita di controllo sulle attività perché il tutto è vissuto come pericoloso per la propria identità. Gli schemi emotivi sono il nostro porto sicuro!
Il viaggio verso condizioni di benessere consiste nell’esplorare l’utilità che ha per il coachee lo schema emotivo, ma anche supportarlo nel trovare le risorse personali e poi osare, andare oltre il suo schema. Le attività di drammatizzazione e la continua attenzione alle emozioni e sensazioni provate durante i colloqui sono già esperienze di cambiamento vissute dal coachee.
Gli schemi riportati in tabella fanno riferimento a quelli che Daniel Goleman ha descritto nel suo libro “Alchimia Emotiva” (T. Bennet, Goleman, 2000). Il nome dello schema richiama il sentimento che nel corso della vita, soprattutto all’inizio della vita, ha prevalso sugli altri, generando costellazioni emotive rigide costituite da percezioni della realtà circostante parziali, comportamenti disfunzionali rispetto agli obiettivi da perseguire, consapevolezza di quello che accade dentro di sé limitata o assente.
Esercizio per rintracciare i propri schemi emotivi di base
Siediti e chiudi gli occhi. Senti il tuo respiro, osservalo senza criticarlo. Sentilo, osservalo per quello che è.
- Ricorda i comportamenti inappropriati che hai agito, per esempio un eccesso di rabbia che poi ti ha portato a doverti giustificare, una fuga improvvisa da un contesto particolare che ha poi generato un effetto indesiderato, una mancata decisione che poi a portato a procrastinare qualcosa, ecc.
- Ora pensa a qualche situazione particolarmente difficile in cui ti sei trovato e che ti ha creato molta tensione, rabbia o stress.
- Ascolta i sentimenti verso te stesso che quel ricordo ti evoca e rintraccia quelli profondi, quelli che spesso sono nascosti o da un eccesso di rabbia, o da un eccesso di sofferenza. Scrivilo su un foglio
- Prova a rintracciare lo sfondo mentale che ha caratterizzato quei momenti: ad esempio se ti vengono alla mente frasi del tipo: “io faccio tanto, ma è come se non fosse mai sufficiente”
- Prova a rintracciare la somiglianza di ciò che hai scritto con le caratteristiche che sono riportate nello schema
(*) Conte, L. , 2014, Capitale relazionale e creatività in azienda, Guerini Next, Milano