Qual è la via?

Quando, nonostante tutti i tuoi sforzi, imperversa la tempesta, quando il mondo non ti risponde e le cose non vanno come ti aspetteresti?

Cosa puoi fare quando la strada delle nostre certezze ci appare come una via senza uscita?

I greci descrivevano queste circostanze con il termine aporìa, una situazione in cui non riesci a dare una soluzione chiara e precisa ad un problema, dove non ci sono risposte precise dove non si sa neanche cosa fare per uscire da una situazione di impotenza, frustrazione.
In queste situazioni rischiamo di restare imprigionati nella paura e nella rabbia.

In queste circostanze rischiamo di restare prigionieri della nostra stessa paura che ci segnala un pericolo.
Il pericolo non è altro la possibilità di provare dolore che scaturisce dal non poter corrispondere, a causa delle avverse circostanze, all’immagine ideale che abbiamo di noi stessi.
L’immagine di persone di successo, forti, potenti. La paura paralizza il corpo e produce pensieri ossessivi catastrofici su di noi e circa il futuro. In balia delle circostanze avverse rischiamo anche di essere completamente divorati dalla rabbia, emozioni che nasce quando non otteniamo quello che vogliamo, non raggiungiamo gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
La rabbia infiamma il corpo rendendolo dolorante. Inoltre quando siamo prigionieri della rabbia sviluppiamo pensieri giudicanti contro di noi e il mondo circostante, pensieri capaci a loro volta di indurre stati di vergogna e di colpa.
Da qui nascono i nostri comportamenti astiosi, depressivi, catastrofici, diventiamo dipendenti da qualcuno o da qualcosa.
Questi sono gli atteggiamenti mentali con cui roviniamo ciò che abbiamo di buono dentro e fuori di noi!

Se una barca a vela è in balia della tempesta, il principale obiettivo è salvare la barca e non finire in mare anche a costo di cambiare la direzione prevista.
Evitare di opporsi alla durezza del vento è fondamentale per non rompere l’albero maestro, utilizzare la propria maestria nel guidare la barca laddove vento ed onde la sospingono senza perdere fiducia nelle proprie abilità, coltivare l’amore e il rispetto per se stessi in quel momento di grande fatica e rendersi disponibili a guardare quel “drago” con occhi gentili, questa è l’unica via di uscita!

La paura e la rabbia sono emozioni segnale che ci dicono che dobbiamo vedere le cose da una prospettiva più alta. Ci segnalano che è giunto il tempo di lasciar fluire l’Amore per sé stessi sentendosi profondamente amabili e degni anche quando siamo persi, accogliere se stessi con il rispetto compassionevole per tutti gli sforzi profusi, guardare con occhi gentili il mondo, nonostante tutto, perché in fondo non c’è separazione tra noi e il mondo. Questa è la via per uscire dalla tempesta e riprendere il cammino della vita.

È proprio nelle circostanze avverse che abbiamo bisogno di capire per cosa vale la pena vivere e allo stesso tempo per cosa vale la pena morire.
Quando ci liberiamo della paura di morire al mondo, cioè di rinunciare all’immagine che abbiamo di noi e abbracciarci così come siamo anche nelle avversità, allora possiamo rinascere più liberi e in pace!

Psicoterapia del Benessere

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