Quando la superficie del mare si increspa tu scendi nelle profondità dove regna la calma!
La nostra mente è veloce a catalogare e a interpretare gli eventi. Nel nostro corpo sono scritte memorie antiche che ci fanno reagire in modo impulsivo ad una certa situazione, per cui capita che davanti a situazioni simili abbiamo sempre la stessa reazione, anche se ciò che accade oggi non è mai esattamente identico a ciò che è successo ieri.
Come fare per evitare di essere così impulsivi? soprattutto quando abbiamo capito che il solito modo di reagire ad eventi simili non ci sta più comodo perchè diventa più doloroso di quanto sofferenza possa recare la situazione in sè?
Ci possono aiutare alcuni esempi di situazioni a cui potremmo reagire in modo sempre uguale (in base alla nostra storia). Per esempio restare in silenzio e bloccati quando la persona amata ci attribuisce giudizi circa la nostra persona, come ad esempio “tu sei troppo distante”, “questo tuo comportamento vuol dire che non ci tieni”, “non ti occupi di me”.
Reagire sempre con la stessa rabbia contro se stessi quando gli obiettivi che ci eravamo prefissati non riusciamo a raggiungerli e pensiamo di essere punto e a capo, di non aver concluso nulla.
Reagire sempre con durezza e orgoglio, senza capacità di “perdonare” le mancanze dell’altro, insistendo così in una reazione emotiva basata sul risentimento che con il tempo si trasforma in rancore.
Ritrovarsi ripetutamente in una profonda amarezza quando una persona cara, a cui avevamo attribuito intenzioni nobili, ci delude, perchè in realtà è mosso da motivazioni meschine.
Insomma quando la superficie del mare è agitata e scopriamo di reagire sempre allo stesso modo, modo che forse un tempo è stato funzionale, ma oggi aumenta il carico di sofferenza, anzichè ridurla allora è giunto il tempo di scendere in profondità!
Scendere in profondità significa smettere di agitarsi, di tentare di fare qualcosa per cambiare la situazione, come cercare di far capire all’altro, non darsi per vinto, sprofondare nell’amarezza e nella tristezza, insistere nel credere che avevamo ragione.
Scendere giù, stare fermi, non fare nulla, assaporare quella delusione, quella sofferenza, quel malessere. In profondità le acque sono calme, prevale il silenzio e i movimenti sono lenti. E’ una metafora per dire che scendere nelle profondità del mare è scendere nella propria interiorità dove incontriamo il nostro Sè profondo, le nostre energie antiche, primordiali, la nostra natura profonda la cui forza prescinde dal mondo circostante. Allora diventiamo più disponibili a dare il giusto peso alle persone e alle cose. Siamo più propensi a ridimensionare la portata della situazione e/o della persona. Per scendere in profondità occorre rivolgere lo sguardo dentro noi stessi in modo compassionevole e gentile, senza etichette su noi e sul mondo. stando giù nella profondità di questo dolore (accogliendolo senza tentare di cambiare le cose) viviamo ciò che ci accade come singolo evento, transitorio e cangiante, guardiamo lontano e accogliamo il dolore della delusione di aver colto il comportamento meschino e ignobile dell’altro; sappiamo farci carico di quella solitudine che deriva da una incomprensione; la spinta a risalire arriva da dentro, il momento di risalire fa parte del nostro programma di vita, una vita verso cui tendiamo.
Quando risaliamo noi siamo diversi, liberi di scegliere la risposta all’ambiente che più ci sta comoda. Chi ci ha deluso per aver agito comportamenti meschini ci appare nella sua piccolezza e fragilità, degli orgogliosi intravediamo il loro atteggiamento infantile, verso noi stessi si irrobustisce un approccio più gentile e compassionevole.