Spesso incappiamo in una serie di “tecniche” che potenziano la nostra capacità di seduzione. Bello, ma non è tutto oro quello che luccica. La seduzione è la capacità di condurre a sè, portare verso i propri obiettivi che non sappiamo se coincidono con quelli dell’altra persona.
Sedurre dal lat. sedŭcere, composto di se- «a parte, via» e ducĕre «condurre, trarre» nel lat. class. significava «trarre in disparte, disunire». Disunire da cosa? Sedurre ha il senso di guardare verso di sè; come spiega il prof. Vito Mancuso è un’azione egoistica perchè non si prende cura del bene dell’altro, nella seduzione chi guida il processo seduttivo è il seducente, cioè colui che seduce.
Chi ha una strategia in mente, chi architetta azioni, frasi, atteggiamenti utili a cogliere l’interesse dell’alto è il seducente che entra negli affetti dell’altro, evoca mancanze e carenze affettive che l’altra persona contiene in sè come effetto della sua storia e ne promette il soddisfacimento.
C’è chi seduce con il denaro, con i regali, chi seduce con i complimenti, chi con gli sguardi ammiccanti, chi con frasi ad effetto, con azioni romantiche. Seduzione è anche il silenzio piazzato al momento giusto e le assenze stabilite all’occasione.
Per alcuni il processo seduttivo si chiude con la conquista della persona che poi viene “lasciata” perchè perde di interesse. Raggiunto lo scopo di possedere l’altro sessualmente ed emotivamente poi si passa ad altre conquiste sempre nuove. E’ la storia del “don Giovanni” che per sentire la vita ha bisogno di rivivere l’esperienza del nuovo.
Per qualcuno altro il processo di seduzione è una prassi che poi si trasforma in atteggiamento tossico nella relazione. La seduzione è finalizzata per provocare nell’altro una dipendenza e poi avere la preda (il sedotto) sotto il proprio controllo, cioè far fare tutto quello che si vuole orientando le scelte dell’altro attraverso la tecnica del rinforzo positivo sono sereno o serena e ti faccio stare bene quando tu fai quello che voglio io; mentre ti giudico, ti allontano, mi arrabbio quando tu fai di testa tua.
In realtà il processo di seduzione diventa tossico perchè attiva i “fantasmi” relazionali, dolori antichi che chiedono di essere guariti per cui il sedotto tenta di guarire le sue ferite attraverso il ripristino della situazione iniziale, quella in cui si è sentito visto, cercato, conquistato. Tutti possiamo essere sedotti perchè nessuno cresce senza zone in cui abitano le dolorose mancanze affettive che possono essere riattivate proprio da quei comportamenti simili a quelli che ci hanno fatto soffrire da bambini nella relazione con i nostri genitori.
Sedurre e amare sono due cose diverse! La seduzione la mettiamo in pratica un po’ tutti nel senso che cerchiamo di essere interessanti agli occhi dell’altro, cioè di portare lo sguardo su di noi. Nella seduzione il nostro potere non è in discussione, nè la nostra indipendenza dal bene dell’altro. Siamo egoisti.
Quando però parliamo di amore allora è un’altra storia.
Ecco una citazione di Kant che il prof. Mancuso ci propone: “Chi è veramente innamorato è imbarazzato, maldestro, poco attraente. Ma chi finge di esserlo, se ha del talento può recitare la sua parte in modo così naturale da far cadere tra le sue braccia la poveretta che egli inganna e ciò perchè il suo cuore è libero. La sua mente lucida” .
Quando sperimentiamo l’amore allora non guidiamo più nulla, non ci sono strategie che tengono, c’è solo l’esperienza dell’estasi nel momento in cui incontri l’amato di cui riconosci l’importanza e l’angoscia quando egli si allontana da te e ti propone la sua assenza emotiva. Il suo bene ti preme. Nell’amore siamo fragili, vulnerabili, desiderosi di essere il desiderio dell’altro, di essere per l’altro un intero, una persona, un unicum.
Ecco allora che la relazione d’amore, spesso turbata e aggredita dai fantasmi relazionali che nella nostra infanzia abbiamo vissuto con i nostri genitori, è un evento sconvolgente e trasformativo. Quando ci diamo il permesso di farci attraversare dall’amore la nostre mente, il nostro cuore e le nostre viscere sono completamente coinvolte e sconvolte. L’amore quindi non è solo impulso, istinto o solo sesso ma è qualcosa di più! L’amore è qualcosa di cui siamo consapevoli e che ci rende allo stesso tempo più fragili, vulnerabili, dipendenti, e più forti, più vivi, più ricchi di energia.
Quando qualcuno viene in terapia e mi dice che è stanco, non ha più voglia di vivere una delle strade che possiamo percorrere insieme è è quella dell’amore, se è innamorato o se lo è stato di recente e che fine ha fatto quella meravigliosa energia universale.
A volte non riconosciamo l’amore e ci limitiamo a sedurre perchè davvero non sappiamo che cos’è l’amore e quindi quando si presenta a noi (come dicevano di greci arriva Eros con le sue frecce) ci spaventiamo e allora scappiamo oppure ci sbricioliamo. Sedurre e amare sono due cose diverse. L’amore vero (non seduzione) è un’esperienza che però resta un mistero perchè non sappiamo quando arriva e proprio in quel momento, con quella persona e quando arriva produce un “cambiamento di stato”. Sconvolgente perché si perdono tutti gli orientamenti. certamente l’amore non è possesso, non è ricatto, non è un gioco.
Grazie all’amore perdiamo i nostri confini egoici per entrare nella dimensione della “relazione con” l’altro (che è proprio quell’altro). E’ una nuova dimensione. Proprio come l’atomo che si lega ad un altro atomo per formare una molecola. Non è un atomo monco che perde le sue caratteristiche, ma partecipa alla relazione per creare un aggregato. Nell’amore entriamo con la mente, l’anima (interiorità) e lo spirito. Desideriamo congiungerci con l’altro nell’amplesso, ci sentiamo interiormente aperti all’altro al punto da pensare che se la persona amata non ci fosse noi ne risentiremmo nell’anima. Pensiamo ad un figlio quanto amore, ad un genitore, pensiamo ad un amico caro, pensiamo all’amato. Quando qualcuno che amiamo va via, o ci lascia lì viviamo lo strappo, la ferita, la perdita.
L’amore è una energia universale, potente che permea il macrocosmo e regge l’universo e il microcosmo regge la composizione della materia. L’amore dunque è energia che aggrega particelle subatomiche e atomiche e che noi pure essendone pregni non la sentiamo. Il nostro corpo è fatto di energia che tiene uniti miliardi di cellule tra loro e di energia che tiene uniti gli atomi di cui sono composte le cellule fino ad arrivare all’energia di base che compone la materia. Arriva il momento in cui percepiamo questa forza sottoforma di sentimento, cioè la sentiamo. Il sentimento dell’amore è quello che noi “sentiamo” e che chiamiamo amore.
Quando sperimentiamo questa forza aggregativa allora perdiamo “la libertà di essere ciò che vogliamo”, l’indipendenza e l’autonomia per scoprire che siamo “dipendenti”. Quando l’amore non trova la corrispondenza dall’altra parte sperimentiamo un senso di morte. Quando non c’è dipendenza, debolezza, tenerezza allora non siamo nel campo dell’amore, siamo nel campo della seduzione, del potere, dell’egoismo.
Come dice il prof. Mancuso in realtà parliamo di amore non solo per gli altri, ma anche per se stessi nel senso di coltivare l’amore per sè non come egoismo ma come amore che mi porta a vivere la mia vita come amore per l’arte, la lettura, gli animali, le piante, l’amore per dio come esperienza di ascolto di una dimensione divina dentro di sè. L’amore di sè ci dice di ascoltare la nostra natura profonda e prendercene cura.
Dunque che vuol dire che l’amore è un cambiamento di stato? nella relazione d’amore gli amanti non perdono le loro individualità però si trasforma in una “molecola spirituale”, per cui da essere solo ossigeno diventi insieme all’Idrogeno molecola di acqua. Preziosa l’acqua! e nè l’ossigeno nè l’idrogeno si sovrastano, si umiliano, si bistrattano.
Ecco che con l’amore diventiamo un’altra cosa!